TERRA.TERRA Venezia - Biennale Arte 2015

La piccola isola di San Secondo, situata lungo il canale navigabile che collega la terraferma a Venezia, abbandonata da trent’anni e concessa temporaneamente per l’occasione dall’Agenzia del Demanio, sarà la protagonista di un progetto di riqualificazione ambientale e di valorizzazione artistica ideato e curato da Anne Demijttenaere sul modello di Opera Bosco Museo di Arte nella Natura a Calcata, con il sostegno e la collaborazione creativa e  realizzativa degli artisti Francesca Checchi, Hans-Hermann Koopmann, Jonas Clementoni, Yongxu Wang.

Realizzato con il contributo del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, de Il Giardino di Pianamola – Nature and Art Projects di Elisa Resegotti e in collaborazione con Legambiente Venezia. Terra.Terra è il secondo progetto di Opera Bosco Museo di Arte nella Natura a Venezia, dopo la mostra laboratorio “VeneziaArchiNature” sull’Isola della Certosa, nell’ambito de La Biennale di Architettura 2014.

Dalla fine di giugno i volontari di Legambiente Venezia contribuiscono con la pulizia dell’Isola di San Secondo e dal 15 agosto gli artisti lavorano insieme per realizzare collettivamente l’installazione visibile dal 31 agosto 2015 dalla Laguna e dal Ponte della Libertà, che congiunge Mestre a Venezia.  

Una visione dell’arte antagonista del “prêt à porter” che nasce processualmente dal territorio stesso. Come spiega la curatrice del progetto: Gli artisti valutano il luogo, carpendone i suoni, i colori, le forme, i profumi in relazione con l’orizzonte, il cielo, sentendosi davanti alla storia e non solo il frutto di questa. Gli artisti estendono il concetto di estetica all’ecosistema procedendo, di pari passo, alla manutenzione del bosco come azione fondamentale per il reperimento e la comprensione dello stesso materiale naturale grezzo che utilizzano nella realizzazione dell’opera.

Terra. Terra rappresenta un’esperienza condotta con atteggiamento di responsabilità sociale che restituisce all’arte il suo valore socio-politico-ambientale. Perché – come sottolinea Anne Demijttenaere – l’arte è il simbolo dell’anima dei popoli e i popoli vogliono un mondo ecologico ed equo con l’imprescindibilità di sostituire il consumismo con la creatività bio-degradabile e riportare le foreste, gli oceani, la natura tutta, che sono il nostro essere biologico e il nostro fondamento culturale, al centro della sacralità.

Il work in progress è stato ripreso dal designer e musicista Jonas Clementoni che realizza un video seguendo le fasi successive di realizzazione dell’intero progetto.

Il progetto si avvale inoltre della consulenza dell’artista Costantino Morosin e della paesaggista e curatrice Elisa Resegotti.

VeneziArchiNature nasce e rinasce - Biennale di Architettura 2014

VeneziArchiNatura, nasce e rinasce: è il titolo significativo di questa mostra/ performance che vede quattro artisti – Pietrantonio Arminio, Anne Demijttenaere, Pino Genovese e Norma Santi – realizzare un percorso d’istallazioni con il materiale naturale grezzo del bosco dell’Isola della Certosa nella laguna di Venezia.

Un’azione che celebra l’antica selva per ricordarci che la foresta è il fondamento della nostra esistenza biologica e culturale con la realizzazione di un percorso di arte nella natura che restituisce al bosco della Certosa, in forma poetica, alberi sradicati dalla tempesta che si è abbattuta su Venezia nel 2012. Archetipi, che riannodano i fili con i segni originari che abbiamo metabolizzato e che sono la nostra unità di misura del concetto di estetica e del pensiero scientifico, come ad esempio nella nozione del cerchio, che deriva dagli anelli concentrici interni al tronco degli alberi.

L’esperienza di VeneziArchiNatura interpreta così ancora una volta efficacemente quell’integrazione tra paesaggio e arte contemporanea che si nutre dei prodotti dell’ambiente naturale, traendo spunto dalla creatività spontanea della natura per generare l’azione creativa dell’artista. 

Opere site-specific che portano nuove sensibilità e nuove letture dell’ambiente in cui si collocano e mirano a valorizzarne gli elementi naturali e gli approcci conoscitivi. La capacità di coniugare sapientemente l’espressività del segno contemporaneo con il pieno rispetto del contesto paesaggistico ha portato negli anni recenti la ricerca di Opera Bosco- Museo di Arte nella Natura a conseguire importanti riconoscimenti rientrando anche tra i progetti menzionati in occasione della partecipazione italiana al Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa. 

La natura si conferma ancora una volta protagonista dell’arte, grazie all’impronta creativa di bravi artisti che, con tocco delicato e sensibile, intervengono sul paesaggio naturale dell’Isola della Certosa a Venezia, introducendo nuove chiavi di lettura del contesto affascinante del paesaggio lagunare. L’intervento creativo assume così un significato nuovo e allo stesso tempo antico che vede la manualità e la creatività legarsi alla concezione dell’intervento contemporaneo come interpretazione del tema Fundamentals sviluppato nella Biennale di Architettura 2014

La Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanea, attraverso il Servizio architettura e arte contemporanee, prosegue nell’azione di sostegno, incremento e promozione dell’arte e dell’architettura, nel loro stretto rapporto con il contesto storico, culturale e paesaggistico, facendo anche di quest’appuntamento – che s’inquadra nelle iniziative che il MiBACT organizza di anno in anno in occasione delle mostre internazionali alla Biennale di Venezia – un’ulteriore opportunità per delineare un positivo dialogo con la ricerca artistica contemporanea. L’arte e l’architettura, da sempre discipline complementari, tornano al centro dello studio ancor più accomunate, nel segno della natura, dall’essere elemento del paesaggio contemporaneo.

“…. la cattedrale gotica riproduce palesemente gli antichi scenari del culto nel suo interno che innalza verticalmente verso il cielo e poi si curva a volte da tutti i lati e ’analogia tra foresta e cattedrale non è casuale, in quanto si fonda su un’antica corrispondenza tra la foresta e la dimora di un dio. Il culto degli alberi è molto diffuso nelle antiche credenze di tutto il nostro pianeta e dalle ricerche di Evans sappiamo come a Creta lo spirito di un albero è trasferito a una colonna e questa corrispondenza tra colonne e alberi ci induce a ritenere che le numerose colonne dei templi greci simbolizzano un bosco sacro e che le antiche città che si sono ingrandite secondo criteri diversi nel corso del tempo, con le loro strade sinuose e ineguali, sono le cittadelle della cultura. Le civiltà hanno ricavato il loro spazio nel cuore delle foreste, dove la costruzione di capanne crea delle piccole radure che si allargano per ospitare villaggi, poi città e accademie e infine megalopoli. Il margine della foresta definisce i limiti delle colture, il perimetro delle città e i confini dei domini istituzionali. Più ampio è il cerchio della radura, più ci si dimentica di abitare in una radura. Ma, il cerchio, per quanto ampio possa diventare, conserva un margine dove la storia incontra la terra e il logos (pensiero) preserva il suo fondamento originario.” R.P.Harrison – Foreste L’ombra della Civiltà

 

Maria Grazia Bellisario
Direttore architettura e arte contemporanee
Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo